I., Il movimento browniano, il movimento persistente e irregolare di piccole particelle sospese in un fluido, è stato dimostrato dal lavoro di Wiener Jevons, Gouy e altri come indipendente da condizioni come la vibrazione, l’intensità dell’illuminazione e le correnti di convezione; si verifica ugualmente sulla superficie della terra e in cantine o tunnel profondi. La sua attività, infatti, sembra dipendere solo dalla dimensione delle particelle, e dalla temperatura e viscosità del fluido in cui sono sospese., Questi fatti hanno portato Wiener, e successivamente molti altri, ad attribuire i movimenti al movimento molecolare del fluido, di cui le particelle fungono quindi da indicatori. Nel 1905 Einstein incarnò questa teoria in una forma definita: mostrò che lo spostamento totale di una particella in una data direzione orizzontale in un dato tempo è proporzionale alla radice quadrata di quel tempo ed è dato dalle equazioni., D = X2/2t = RT/6ΠϒηN, in cui D = coefficiente di diffusione, X2 = quadratico medio di spostamento in direzione di un arbitrario asse orizzontale nel tempo t, T = temperatura assoluta, r = raggio della particella, η = viscosità della sospensione fluido, R = costante dei gas 83.2 x 106 e N = Avogadro costante, il numero di molecole in una grammo-molecola di un gas. Pertanto, le misurazioni di D o di X e t, insieme alla conoscenza di T, r e η, consentono di calcolare N e il suo valore confrontato con quello ottenuto con altri metodi.
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